La caccia: fauna e attività venatoria

Tra le varie attività che si possono svolgere a Ligonchio vi è anche l’attività venatoria, o caccia per chi non conoscesse il termine. Essendo l’attività venatoria uno sport che prevede l’utilizzo di armi da fuoco, l’interessato dovrà sicuramente essere in possesso di un porto d’armi ad uso caccia in corso di validità ed avere un’assicurazione adeguata attiva per potere svolgere tale attività; secondariamente dovrà acquisire il diritto di caccia nel territorio rivolgendosi all’ambito territoriale di caccia competente, nel caso di Ligonchio il territorio è gestito dall’Ambito Territoriale di Caccia denominato ATC RE4 “Montagna”.
Nel territorio di Ligonchio sono presenti numerose specie animali, molte cacciabili, altre protette dalle normative vigenti e di conseguenza non cacciabili.

Tra le specie cacciabili troviamo molte specie di uccelli, alcuni stanziali cioè che vivono tutto l’anno sul territorio come ad esempio fagiani, pernici rosse e starne, altre migratorie, cioè che passano solamente una parte dell’anno sul territorio ad esempio tordi, merli e beccacce (quest’ultima specie molto ambita dai cacciatori perché difficile da cacciare per le sue abitudini elusive, viene definita dai cultori della caccia “la Regina del bosco”).
I mammiferi hanno sicuramente un’importanza maggiore, venatoriamente parlando, tra le specie più rilevanti troviamo:
La lepre; specie da sempre presente sul nostro territorio e specie cacciata già dai nostri nonni e bisnonni che sicuramente le attribuivano un valore molto importante anche dal punto di vista del sostentamento delle famiglie (una volta decisamente più numerose di oggi).
Molto importanti per il territorio e per i cacciatori sono gli ungulati, che rientrano nella categoria della “Selvaggina Nobile”, tra questi ricordiamo:
Il cervo; Re indiscusso del bosco, con una popolazione in costante aumento e con animali molto belli sia esteticamente (in riferimento soprattutto ai palchi dei maschi) che fisicamente (si pensi che un Cervo maschio adulto può superare i 200 kg di peso).
Il capriolo; specie tipica dei territori collinari e montani, negli ultimi anni ha dovuto affrontare due problematiche abbastanza importanti, la prima, un virus gastro-intestinale sulla specie che ha praticamente decimato la popolazione e la seconda, la pesante predazione da parte del Lupo, ormai radicato stabilmente sul territorio con diversi branchi stabili; nonostante le difficoltà, sembra che piano piano il Capriolo si stia riprendendo.
Il muflone, specie alloctona, cioè non originaria della zona, ma di un altro ambiente (nello specifico originario di Corsica e Sardegna) e solo dagli anni 70/80 oggetto di immissione nella valle dell’Ozola e pendici del Monte Cusna; anche il Muflone ha subìto il forte impatto della predazione da parte del Lupo soprattutto perché, essendo originario di Corsica e Sardegna, isole sulle quali non ha predatori naturali e tantomeno vi è la presenza del Lupo, non ha sviluppato, a livello genetico, la “paura” verso il predatore tanto che, quando si accorge del pericolo, è troppo tardi perché già dentro al raggio di azione dello stesso. La popolazione di Mufloni della Valle dell’Ozola oscilla tra i 30 ed i 50 esemplari.
Il cinghiale; specie diffusa ormai su tutto il territorio Nazionale, è una specie molto prolifica, le femmine in condizioni ottimali di clima e fonti alimentari possono partorire fino a tre volte ogni due anni con figliate composte da diversi piccoli, mediamente da 4 a 8; è una specie che apporta seri problemi all’agricoltura per il suo stile comportamentale e nutrizionale tanto che deve essere gestita in modo più mirato e con interventi anche abbastanza “pesanti” atti a contenerne il numero e di conseguenza i danni. Nel territorio di Ligonchio questa specie trova l’habitat ideale, ha una popolazione abbastanza consistente e non è difficile incontrarla anche semplicemente passeggiando nel bosco.
Sopra sono state citate solo alcune tra le specie di animali cacciabili nel territorio di Ligonchio, sostanzialmente le più importanti ed ambite dai cacciatori anche se le stesse sono molte di più sia tra gli uccelli (vedi ad esempio tutti i corvidi e molte specie di passeriformi) che tra i mammiferi (pensiamo ad esempio alla Volpe, specie cacciabile ma di “scarsa” importanza nel mondo venatorio).

Tra le specie non cacciabili ricordiamo sicuramente la più importante e già sopra citata:
Il lupo; questo animale, dal fascino estremo, ha visto negli ultimi anni un periodo di favorevole espansione tanto da portarlo a spingersi sino alle periferie delle grandi città (vi sono parecchie segnalazioni di avvistamenti).
Tutte le specie di rapaci, diurni e notturni, dall’aquila reale (simbolo di Ligonchio) alla civetta passando per tutte le specie di falchi, avvistabili più frequentemente in determinati periodi dell’anno perchè i rapaci, soprattutto quelli diurni, sono dei parziali migratori e quindi non presenti per tutto l’anno in una determinata zona. I rapaci diurni sono tra i più seguìti dagli amanti del Birdwatching.

La caccia non deve essere vista prettamente come uno sport a carattere ludico, ma dovrebbe essere definita un vero e proprio stile di vita ed i cacciatori come persone da rispettare e non condannare come spesso accade. Come per tutte le persone che incontriamo nella vita quotidiana, possiamo dividere anche i cacciatori in due categorie: i cacciatori (notare la c minuscola) cioè quelli non rispettosi del territorio e degli animali che lo vivono ed i Cacciatori (C maiuscola) ossia quelle persone che vivono la caccia con rispetto verso la natura, l’ambiente che li circonda e la fauna che lo popola, questi sono coloro che entrano nel bosco in punta di piedi, quasi come a chiedere il permesso, perché non è casa loro, ma della fauna e della flora che lo abitano, sono coloro che non gettano rifiuti “perché tanto nel bosco non li vede nessuno”, ma bensì raccolgono anche quelli lasciati dagli altri, cacciatori (sempre c minuscola) e non cacciatori; sono quelle persone che sanno riconoscere le tracce lasciate dagli animali, sanno riconoscere una specie di uccello senza avvistarlo, semplicemente dal suo canto e sanno riconoscere se un particolare ambiente è favorevole o sfavorevole ad una determinata specie per la conformazione del territorio, la presenza di essenze arboree o erbacee particolari, sorgenti d’acqua, esposizione ecc.

La passione per la caccia, prima di tutto è passione per la natura, in senso lato, è una miscela di benessere e senso di libertà, l’attesa o la ricerca della preda costringono a molta pazienza e lungimiranza, virtù che al giorno d’oggi non sono più tanto presenti nella nostra società; nell’azione di caccia tutti i sensi sono acutizzati, in particolari momenti l’adrenalina è alle stelle ed il contatto diretto con la natura per diverse ore portano ad uno stato di relax, fisico e mentale, ai quali non tutti sono abituati. E’ difficile spiegare il concetto della caccia a tutto il pubblico, chi è nato con questa passione sicuramente ne sarà facilitato.